DA ZURIGO. Cronaca di uno studente affittuario

Abbattuta la parete che separa la vita di un liceale da quella di uno studente universitario, il disincanto è tale quale all’estrazione di un dente del giudizio. L’ultimo a dire il vero, il ponte che ci porterà all’età della ragione. Così pregustata questa libertà non più vigilata si rivela essere colma di costrizioni, peraltro non prevedibili, sicuramente non evitabili. A cominciare dal trasloco: il perfetto studente subaffittante zurighese non patentato lo fa eroicamente da solo. Custodirà poi gelosamente le prove delle sei valigie trasportate alla volta sul telefono. Sarà solamente a metà ottobre il momento in cui potrà chiudere l’armadio, piegati gli ultimi maglioni invernali di cui non sapeva di dover far un uso tanto anticipato. A novembre si renderà conto che non serve a nulla mettere i vestiti sporchi nella valigia destinata al Ticino, da cui poi torneranno lavati e stirati dallo stesso. Aspetterà quindi di non avere più mutande per lavare e non si farà scrupoli a mentire al telefono sulla praticità del ferro da stiro, mai spacchettato. Tra le nuove corvées settimanali di pulizia verrà ufficializzato il momento “spesa”: via alle azioni! Il menù si profila in maniera molto approssimativa, ma sufficiente. Ai più esperti bastano poi venti minuti in cucina, diversamente dai dilettanti, che si ritrovano due ore dopo con la cucina da lavare da cima a fondo e due pasti pronti nei tupperware. Ogni libertà ha il suo prezzo, anche se tirate le somme questo non ci sembra così eccessivo. O almeno, c’è sicuramente di peggio.

Caroline Bianchi

Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, settembre 2018.

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