DA ZURIGO. Studenti (molto) affamati

Destreggiarsi tra studio, sport e cucina, mantenendo uno stile di vita salutare, rappresenta una sfida per un qualsiasi studente universitario medio. «Mangiare sano purtroppo equivale quasi sempre a dei maggiori costi, perché alimenti freschi come frutta e verdura costano decisamente di più rispetto a grossi pacchi congelati o prodotti in scatola.» Afferma Rachele Dotti, studentessa all’università di Zurigo. Ognuno deve trovare la propria formula: infatti la maggior parte degli studenti è in grado di cucinare un pasto basico, o vive con qualcuno che lo sappia fare. Le opzioni sono numerose: mangiar fuori, in mensa, congelato, scongelare, fresco ogni giorno. In ogni caso riuscire a mangiare un pasto completo di tutti gli ingredienti senza avere resti per i prossimi tre giorni non è scontato. Ingegnosi e affamati, i trucchetti diventano tra gli studenti un passaparola: fare la lista della spesa davanti al frigo, prendere il pollo eternamente scontato, e soprattutto dopo le sette di sera, GialloZafferano come sito di ricette; o ancora il cucinare porzioni abbondanti per riuscire a ottenere più pasti settimanali da una sola preparazione. L’equilibrio, e più in particolare dei livelli di glicemia, è fondamentale, soprattutto in quanto influenza lo studio, per non sentirsi costantemente affamati, fiacchi e stanchi. «Il catabolismo della glicerina porta alla formazione di glucosio.» Spiega la studentessa. «In condizioni elevate di glicemia, ovvero dopo un pasto eccessivamente zuccherato o semplicemente troppo abbondante, il glucosio viene immagazzinato sotto forma di grasso.»

Caroline Bianchi

Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, dicembre 2018.

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