In ogni famiglia l’asso nella manica, puntualmente con le caramelle, ce l’ha la nonna
Ritrovo di famiglia, l’alberello nell’angolo che protende le ghirlande dorate verso la tavola imbastita. Sbrilluccica tutto, persino i piatti vuoti. Improvvisamente, l’idea del secolo, che notoriamente parte dall’unica persona che non sta partecipando alla conversazione, ma che da una buona oretta, abbandonata sulla sedia, ha le palpebre che faticano a non abbassarsi: «Giochiamo a qualcosa!». Dall’altra parte del tavolo, gli occhi della nonna brillano per un momento, il suo momento. Ci chiediamo dove abbiamo già visto questo sguardo e ci ricordiamo una miriade di carte rosse e nere, enormi, che fatichiamo a tenere in mano. Le gambe avanzano fuori dal bordo della sedia senza toccare terra, che dondoliamo nell’eccitazione di sapere che stiamo vincendo. La voce dolce della nonna che protesta, un cioccolatino alla mano: «Ma dai, ogni tanto lascia vincere anche la nonna!». Poi, stesso sguardo che, con una punta di malizia, vede sfilare una scopa dopo l’altra, ruba un mazzetto, briscola, asso pigliatutto. Che la nonna vinca sempre, è un eufemismo. In tutte le famiglie, con tecniche e strategie differenti, c’è sempre quel parente, all’apparenza incompetente, che riesce ad averla vinta su tutta la famiglia riunita.
Inutile cercare alleanze presso gli altri: una volta che le carte sono state distribuite, il dado è tratto e da qui in poi è solo una questione di tempo. I più coraggiosi tentano ancora il braccio di ferro, ma i perdenti incalliti, che hanno alzato bandiera bianca, ormai hanno capito il valore dell’eredità che lei sta trasmettendo. Sicuramente la nonna non giocherà mai a carte scoperte, perché i maghi non svelano mai i propri trucchi.
Caroline Bianchi
Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, dicembre 2019.