Aperta la 18° sessione del Consiglio Cantonale dei Giovani con uno speed debating, all’insegna della novità
“Tu da che parte stai: spazi virtuali o spazi reali?”
La domanda ha aperto, sabato 24 marzo, la 18° sessione del Consiglio Cantonale dei Giovani, che si è tenuta presso le scuole medie di Bellinzona. Essere al passo con i tempi e le nuove tecnologie, a quanto pare, paga. A dimostrarlo, l’inversione di tendenza che, per la prima volta da tre anni a questa parte, mostra un aumento del numero dei giovani partecipanti alle giornate. Mutatis mutandis, le diverse novità sembrano aver dato i loro frutti. “Abbiamo deciso di modificare l’impostazione delle giornate, favorendo maggiormente il dibattito e lo scambio, non solo tra ragazzi, ma anche con politici, professionisti ed esperti nel campo.” Racconta Sonika Deluigi, membro del comitato organizzativo del CCG. Concepite sullo stampo del progetto della Federazione Svizzera dei Parlamenti Giovanili, lo speed debating, le tavole rotonde sono state animate da ampie discussioni in merito ai diversi temi dell’orientamento, social network e spazi di aggregazione, eventi, bar e discoteche, mezzi d’informazione e fake news. Svariate le proposte nate dal dialogo tra giovani e adulti che ha portato poi, nel pomeriggio e nel corso della seconda giornata, all’elaborazione di idee e proposte concrete. Queste verranno poi discusse dall’intera assemblea di giovani dell’organo consultivo per poi essere inoltrate al Consiglio di Stato. Ma a dirci se l’interesse generale dei giovani per la politica è aumentato davvero sarà solo una questione di tempo. “Secondo me il disinteresse per la politica è dato da fattori diversi” spiega William Fiorani, anche lui membro del comitato organizzativo del CCG “se non si è già coinvolti in questo tipo di attività queste risultano, a chi non vi ha mai partecipato, difficili: sembra quasi che sia necessaria una conoscenza approfondita nel campo per poter esprimere un’opinione.” Dall’altra parte, continua, vi sono sempre più persone che comunicano grazie ai social, attivandosi piuttosto in rete che tramite interazioni sociali. “Se per esempio parlo fisicamente con i miei coetanei, questi sono obbligati ad ascoltarmi e il contatto coinvolge molto di più a livello di interesse; dall’altra parte, se pubblico un post, la persona che lo guarda ci mette meno di due secondi a scorrere oltre.” In merito alle cause di questa mancanza di partecipazione le opinioni divergono tra i partecipanti, i quali le rimettono a un’insufficienza di tempo o alla superficialità attribuita al discorso. Ma sarà solo la dinamica che prenderà questa tendenza a dirci se la politica appassioni ancora i giovani e questo tipo di attività siano utili per promuovere la formazione dei futuri cittadini, incrementando al contempo la consapevolezza della res publica. Per il momento l’aria di cambiamento sembra tirare dalla giusta parte. “La democrazia stessa chiama al dibattito” dichiara Sonika Deluigi, membro del comitato del CCG. “Nessuno può cambiare le cose al nostro posto.”
Caroline Bianchi
Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, aprile 2018.