Notte prima degli esami

Che l’ultima secchiata non s’abbia da fare è opinione comune tra noi giovani studenti universitari. Sotto l’insegna di questo irreprensibile motto ha quindi inizio la notte prima degli esami, ma in factum le cose si annunciano più difficili di quanto previsto. A nulla valgono tutti i buoni consigli, frutto di ricerche su siti internet vari o elargiti da famigliari e amici in vista della nottata, dura separatrice dall’inequivocabile inizio della sessione di esami. Al primo posto per popolarità e funzione vi è la tisana calmante, preferibile sicuramente all’ennesima tazza di caffè, che ha perso ogni effetto sul nostro sistema nervoso e a cui saremo a vita debitori per averci permesso di immagazzinare un tal numero di informazioni. Al secondo posto, non meno importante, ma richiedente il sangue freddo necessario, vi è la preparazione dello zaino per il giorno dopo. Potrebbe essere utile infatti avere già in cartella la penna e i fogli, per non parlare di appunti e riassunti vari da consultare in mattinata. Al terzo posto si colloca invece un’attività che distragga lo studente in ansia. Sul tipo di attività nello specifico le opinioni divergono, passando da un film o un episodio di una serie, al cucinare una cena leggera, all’esercizio fisico, non meglio specificato.

Poi, d’un tratto, la fatidica scoperta di un power point in più da studiare, l’apparizione di un nuovo capitolo del libro da leggere. A nulla valgono i mille rimproveri, “potevo studiarlo prima”, e le numerose rincorse a mo’ di podista “mi passeresti gli appunti di…?”: les jeux sont faits, rien ne va plus. E con la spada di Damocle che incombe sulla testa di tutti, preparati e non, studiati e studenti, ci infiliamo sotto le coperte, resistendo a un’ultima ripassata notturna. A conti fatti, anche questa volta ce l’abbiamo fatta, ci diciamo mettendo la sveglia per il giorno dopo.

Caroline Bianchi

Pubblicato sull’Universo, giornale studentesco universitario indipendente, gennaio 2018.

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